Max Eisenhardt è un personaggio fantastico che Stan Lee aveva creato mettendo insieme nella stessa figura un anti eroe e un super eroe creando l’ennesimo personaggio della famiglia Marvel con evidenti disturbi bipolari. Al nome di battaglia Magneto ben si addicono i super poteri posseduti. Lui è infatti il signore del magnetismo in grado di manipolare il metallo e di generare campi magnetici dalla incredibile forza ed intensità. Probabilmente non sapeva che il mediatore dell’interazione elettromagnetica è il fotone e io invece ancora adesso mi chiedo come si possa giustificare con una questione di prospettiva, l’antitesi logica della sua natura.
In verità i signori del magnetismo esistono davvero anche se non sono dei super eroi. Sono persone schive e poco socievoli, vivono all’interno dei centri di ricerca internazionali passando il tempo dentro stanze impegnati in studi di altissima ingegneria. Vivono anonimamente sul debole confine che delimita la materia dall’energia in quel universo parallelo che si chiama meccanica quantistica. Questa che leggerete sarà così una storia sull'elettromagnetismo e su un ingegnere alle prese con una manciata di bit di errore.
13 Maggio 2003
Milano centro direzionale Exenia
Era un giorno umido e sono all’interno di una stanza di attesa, in una palazzina anonima nel hinterland milanese. Una Milano strana a dir la verità perennemente depressa dalla crisi, ma sempre vivida e tumultuosa.... Attendevamo noiosamente seduti su sedie che io chiamavo di appoggio temporaneo.
Le sedie di appoggio temporaneo non hanno una forma definita ma, per intenderci, sono quel tipo di sedia che dopo due minuti ti provocano un dolore spontaneo che ti parte dalla seconda vertebra della spina dorsale e arriva su per la colonna sino ai nervi della cervicale. In quel momento stavano per scadere i due minuti, così mi alzai piuttosto nervosamente, mentre il mio collega Limite stoicamente tentò di rimanere li seduto, pensando di resistere cambiando posizione.
“Ma quando arrivano ?” dissi
“E non so... aspettiamo ancora un attimo poi ... torniamo dalla segretaria.... che ti devo dire”
Nella stanza c’era un tavolo in formica, centrale, grigio, che poteva ospitare una ventina di persone. Aveva le gambe cromate che inutilmente specchiavano il grigio generale della stanza. L’unica nota di colore era il pavimento in linoleum, color alga fangosa che nelle parti di passaggio prendeva un tenue color sabbia. Sul muro una lavagna bianca dove si intravedevano le scritte labili di un solerte tutor che evidentemente non aveva molte cose da dire, per la quantità di segni o invece, al contrario, ne aveva tante da non aver tempo per scrivere.... chi lo sa ?
Un po’ impaziente tirai fuori il portatile aziendale, un Acer con Windows Me, che avevo battezzato Windows stramuort. Tirai fuori anche l’alimentatore esterno perché la batteria aveva già da tempo esalato gli ultimi elettroni. Lo misi sopra il tavolo solo dopo aver trovato una presa comoda per accenderlo. Dopo poco sentii bussare e alzai lo sguardo sopra l’lcd del portatile.
Finalmente erano arrivati. Vidi Firelli insieme ad altre tre persone che erano a me sconosciuti in quel momento.
“Dott. Kirkegard, dott. Limite vi presento il responsabile aziendale Loriani e l’amministratore delegato Exenia ing Rodari...il dott Spalletti e il dott Rubini”
-dottore? ma che sta dicendo... e poi cosa è questa storia- Pensai stringendo le mani agli sconosciuti, non più sconosciuti. Avevo già un'inequivocabile sensazione di nevralgia del trigemino, che mi viene a tutti gli incontri imprevisti di questo tipo ( alieni inclusi ).
Che cosa era successo perché arrivasse l’amministratore delegato? Ora avevamo alcuni problemi nel progetto ma ero convinto di risolverli in sedi opportune...
“ci seguite?” Firelli allargò il braccio mentre sembrava indicare una stanza con il patibolo.
“certo...” dicemmo corali all’unisono.
Camminammo lungo lo stretto corridoio interno. Di lato, sulla sinistra una sequenza interminabile di uffici amministrativi che avevano la finestra illuminante sull'esterno. Sulla destra altri uffici vari, ma questa volta senza finestra. Attraversammo una piccolo andito e sulla sinistra c’era un salone molto grande con decine di tecnigrafi allineati, molti erano coperti da un telo ed erano evidentemente in disuso. Mi sembrava però, una stanza molto vissuta e in quel mentre, immaginavo il via vai che ci doveva essere stato fra quei disegnatori meccanici che muovevano con la destrezza di un acrobata i leggeri pantografi sul tavolo da disegno.
C’erano anche dei regoli calcolatori in una teca laterale, che testimoniavano la presenza di persone diciamo non proprio di primo pelo. Sulla destra c’era invece una scala circolare ampia e noi evidentemente dovevamo salire ai piani superiori. Raggiungemmo il piano e c’era ancora un corridoio sulla sinistra molto lungo e buio, ma noi li ci fermammo.
Firelli fece un cenno a Rodari a cui rispose annuendo. Firelli allora mise le mani nella tasca per prendere un corposo mazzo di chiavi ed entrò nella seconda porta. La stanza era buia e Firelli accese le luci. Dall'oscurità venne fuori una sala molto ampia con un tavolo circolare da convegno del G8 per intenderci. C’erano una serie di stanze con i vetri oscurati e ci accomodammo in una di queste, intorno al tavolo centrale.
Firelli prese l’iniziativa
“Bene dott Kirkegard , come può immaginare le cose sono leggermente cambiate...” aridaje dottore ?! Lo guardavo perplesso...
“Cioè in che senso...”
“Nel senso che la relazione presentata sulle schede non supera i nostri requisiti...”
“Non supera i requisiti? Ma che sta dicendo, Firelli, guardi che le specifiche progettuali avevano definito delle caratteristiche che le schede stanno rispettando ...e questo documento lo dimostra...”
“si ... si ... questo ce lo siamo già detto via telefono. Il problema è che vede... non so come spiegarglielo... questo è un sistema piuttosto complesso e diciamo che.... con il tempo abbiamo avuto la necessità di confermare i vincoli, che non possono essere oltrepassati.”
Intanto si attivò il trituratore gonadico tipico nelle situazioni di questo tipo.
Mentre parlava tirò fuori una cartellina e l’appoggiò sul tavolo. La aprì e incominciò a sfogliare alcune pagine di un documento. Era la contro relazione di un consulente esterno che analizzava le caratteristiche della mia scheda e la sua applicabilità nel sistema. Guardavo basito e molto infuriato perché pensavo che stavano semplicemente tentando di scaricarmi con dei pretesti, poi Firelli tirò fuori la mia relazione sugli errori del sistema elettronico.
Nella relazione fatta, avevo incluso una piccola sezione con le curve degli errori sulla misura del canale analogico. Le curve erano delle curve gaussiane prese da dati sperimentali ( sul campo ) dove si notava che il 90 per cento degli errori erano in valore assoluto di due bit al massimo e considerando che il convertitore era un delta sigma a 16 bit mi sembrava un risultato eccezionale.
“Vede ingegner Kirkegaard, guardi noi possiamo essere disponibili a venirci incontro su tutto, c’è però un elemento bloccante che è diventato invalidante nella sua scheda ...”
“... e cioè?” dissi mentre nello stesso tempo le certezze che mi avevano convinto di portare avanti il progetto sino a quel punto si sbriciolarono sotto i miei piedi e adesso ero in piena caduta libera...
“vede...” indicò la base della curva gaussiana
“sono questi quattro bit di errore”
“Mi scusi dott Firelli ma questa è una condizione statistica improbabile... ora mi sembra che ....” non feci in tempo a concludere l’arringa
“ingegnere... mi permetta.. improbabile, significa poco probabile e quindi non impossibile e noi semplicemente le dico, questo evento non possiamo tollerare che accada.. in nessun caso... qui se vuole troverà le risposte del perché...” Così prese un altro piccolo plico di una decina di pagine e me lo passò. Il sangue smise di defluire agli organi un po' per la caduta libera un po' per un inizio di arresto cardiaco.
“Si però mi scusi.. parliamo di cose concrete... ma allora il progetto termina qui ?”
“Diciamo di sì ” prese la parola Rodari con voce stentorea.
“però, mettiamola in questo modo, io oggi...” intanto guardò l’orologio
“...darò il benestare per la chiusura della commessa con la vostra azienda. Ma come può immaginare c’è tutto un iter burocratico da gestire che confermerà la chiusura solo.... vediamo....la prossima settimana.”
e apri un moleskine vissuto sulla pagina segnata centrale.
“.. In via eccezionale posso darle questa come dire.... chance. Se lei entro martedì prossimo, riuscirà a portarmi questa curva con gli errori di misura... dimezzati allora diciamo che possiamo... riprendere in considerazione il discorso... ecco di più non posso fare...”
Disse queste cose con una naturalezza di chi capisce che non è possibile ottenere certi risultati ma che però sa che ogni 2000 anni qualcuno fa miracoli...
“ora però vi chiedo scusa ma ho un impegno urgente...” Si alzò velocemente assieme ai silenziosi Spalletti e Rubini che si tennero ben alla larga dal fare commenti che avrei potuto interpretare come ostili
Avvicinandosi mi strinse la mano dicendomi
“Buona fortuna”.
Non sapevo cosa dire, sapevo solo che in quel momento mi chiedevo come avevo fatto ad arrivare li in quel posto mentre invece non fosse stato meglio risiedere in un isola caraibica a fare il barman in un villaggio turistico di ricchi americani bevendo latte di cocco e ballando il merenge.
Così mentre tornavamo a casa con il mio socio Limite parlammo molto sulle cose da fare. C’erano un paio di commesse in sospeso e l’inizio di un paio di produzioni. Io avevo da ultimare due attrezzature di collaudo.
14 Maggio 2003
Roma ( provincia ).
Laboratorio elettronico Azienda ELmel del gruppo Selex ( Finmeccanica ).
La mattina dopo entrai in ufficio portai in amministrazione le spese per la trasferta esterna, due chiacchiere con la segretaria poi ritornai al laboratorio.
Avevo comprato un bancone nuovo con due scaffalature medie che avrebbero sostenuto gli strumenti di misura.
Un frequenzimetro di origine militare, un generatore di funzioni.
Un oscilloscopio digitale della Tektronix. Un oscilloscopio digitale della LeCroy prestato da una azienda di un amico, -non abbiamo abbastanza finanze per comprarne uno ma provarlo è come guidare una Ferrari - .
Un tester della Fluke con i puntali segnati ( perché c’è sempre qualcuno che in azienda te li frega... ). Un alimentatore variabile di origine cinese con il display a lancetta che non ha mai funzionato. Un doppio alimentatore un po' più serio, un alimentatore in corrente da 20 ampere e un simulatore di carico.
Una cassettiera con due cacciaviti a stella due a taglio fine, una tronchesina, una spellafili, entrambi della Pastorino e anche questi segnati per i soliti motivi di prima. A fianco la sezione di reworking con uno sverniciatore, il saldatore della Weber anche quello prestato ma poi precettato per uso capione. Il saldatore era di tipo termostatato ma anche quelli a temperatura fissa non andavano male.
Stagno fine, stagno grosso, una boccetta di solder, a fianco una supporto per il montaggio di componenti TH e una lente con luce al neon per faticare meno con le prime schede smd.
Nella cassettiera più grossa 4 pinze professionali per la crimpatura con sopra un paio di tubi con una serie di ruzzole di cavi per i cablaggi.
Di lato avevo la parete con i gruppi di cassettiere per contenere la serie di resistenze TH, la serie di condensatori ceramici, elettrolitici, la serie 74HC ma non solo. Con i porta rullini delle macchine fotografiche oramai in disuso avevo fatto una cassettiera per i componenti smd. Un gsm della Siemens TC35, per le prove di trasmissione dati.
Un fornetto ad aria calda termostatato, per piccole produzioni e per il baking dei componenti.
Accesi il computer e scaricai le email, entrai nella cartella della Exenia per cercare tutti i messaggi che parlassero di precisione delle misure analogiche. Dovevo fare delle find dentro un centinaio di email.
Poi ripresi un po' di lavoro pregresso implementando la calibrazione a 10 punti con spezzata della ntc
Tornai a casa dove vivevo da single oramai da un paio d'anni. Accesi la televisione con molta curiosità, perché la guerra nel golfo era davvero iniziata così come aveva previsto Firelli e noi evidentemente eravamo davvero in ritardo... Saddam era stato deposto da poco e le operazioni di invasione erano terminate. Ascoltavo le notizie delle operazioni militari sempre con una certa apprensione ma nel mentre però ripensai a quel giorno, quando tutto ebbe inizio ... mesi prima, molti mesi prima...