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non esistono problemi

non esistono problemi, ma solo soluzioni


Gli ultimi articoli di iosolo35

pubblicato 5 mesi fa, 1.425 visualizzazioni

In questi ultimi anni dovendo fare una valutazione del rischio elettrico oppure dovendo emettere una dichiarazione di rispondenza, si ha a che fare con gl impianti esistenti realizzati da varie ditte ed in epoche diverse. Un tema molto presente è la famosa conformità alle norme tecniche richiesta da vari organismi o da istituti, ma siamo proprio obbligati al rispetto delle norme tecniche? Se sono citate dentro la legislazione italiana direi proprio di sì, ma negli altri casi? Gli impianti elettrici devono essere realizzati “a regola d’arte” in base alla legge 186/68, questo ci viene imposto dall’articolo 1 della legge stessa, cosa vuol dire realizzare un impianto elettrico a “regola d’arte”?, possiamo usare vari sostantivi che definiscano questa filosofia, lavorare a regola d’arte significa lavorare con perizia, con maestria, con diligenza, con competenza, in sicurezza, con un certo senso estetico, come il “buon padre di famiglia”. Chiaro è che la filosofia che ne consegue è un approccio personale, soggettivo, non siamo tutti uguali ognuno di noi ha il proprio modo di lavorare che chiaramente è diverso dal proprio collega o da un’altra persona.

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pubblicato 3 anni fa, 6.483 visualizzazioni

Il tema degli impianti elettrici negli ambienti residenziali e le relative prestazioni nascono con la V3 del marzo 2011 della CEI 64-8 ed.6 successivamente abrogata con l'uscita della CEI 64-8 ed.7 del novembre 2012 ed ora rimpiazzata dalla CEI 64-8 ed.8 (in vigore dal dicembre 2021). Il compito che mi prefiggo è di indicare le nuove "regole" da osservare quando si realizzano rifacimenti totali o nuovi impianti elettrici in unità immobiliari ad uso residenziale situate all’interno dei condomini o di unità abitative mono o plurifamiliari. Alle regole del cap.37 vanno aggiunte anche quelle della norma CEI 64-12 nel caso in cui le unità immobiliari ad uso residenziale siano destinate ad essere utilizzate da parte di persone con disabilità.

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pubblicato 3 anni fa, 5.324 visualizzazioni

Ho sempre pensato, e penso ancora, che il sistema migliore per garantire l'efficienza dell'impianto elettrico in maniera tale che possa "proteggere" le persone ed i beni da un guasto sia, oltre che costruito a regola d'arte, un'attenta manutenzione. Di solito nei luoghi di lavoro la manutenzione dell'impianto elettrico è vista come una perdita di tempo, come uno spreco di denaro che non porta a niente, i datori di lavoro o i loro preposti non capisco l'importanta che invece riserva questa attività di lavoro. Anche nelle aziende attente alla manutenzione in generale vi è poca sensibilità verso l'impianto elettrico, eseguono la manutenzione sulle singole macchine, sui singoli impianti, sulle apparecchiature, l'impianto elettrico viene visto come un'entità che c'è e che ognitanto si guasta ed è lì che interviene il mautentore. Dobbiamo però far capire ai datori di lavori, ai proprietari di strutture che certe parti degli impianti elettrici non possono essere gestiti in questa maniera con l'intervento in caso di guasto (detta manutenzione a chiamata), ma devono essere gestiti in modo diverso.

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pubblicato 4 anni fa, 1.998 visualizzazioni

Succede molto spesso di dover interpretare fin dove un installatore di impianti elettrici sia responsbile, su quale sia il confine certo. In un impianto elettrico classico il limite può essere semplicemente delimitato alla presa di corrente, tutti i circuiti di alimentazione della presa sono a carico dell'installatore di impianti elettrici. Nei casi invece in cui non si possa installare una presa di corrente come possiamo fare a definire questo confine? Come possiamo cercare di creare una linea di demarcazione? Se si dovesse alimentare il quadro di una macchina di potenza pari a 100kW, sicuramente non si potrà utilizzare una connessione presa-spina, ma si dovrà alimantare la macchina direttamente tramite la connessione del cavo di sezione 70mmq sulla morsettiera del quadro macchina. Ma chiè il responsabile di questa connessione? L'installatore di impianti elettrici? Il costruttore della macchina?

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pubblicato 5 anni fa, 2.116 visualizzazioni

Un tema molto di "moda" in questo periodo è la valutazione del rischio elettrico, attività messa da parte per la gran parte degli ambienti di lavoro. Già il D.M.37/08 nell'art.8 ,per quanto riguarda l'impianto elettrico, imponeva al committente o al proprietario di adottare le misure necessarie per conservarne le caratteristiche di sicurezza previste dalla normativa vigente in materia, tenendo conto delle istruzioni per l’uso e la manutenzione predisposte dall’impresa installatrice dell’impianto. Cosa sta a significare "istruzioni per l’uso e la manutenzione"? Quanti installatori di impianti elettrico hanno elaborato questi documenti? Ecco che sorge la domanda, come fa un datore di lavoro a sapere che attività fare per tenere manutenuto il proprio impianto se il costruttore dello stesso non glielo ha spiegato? Un bel problema..... Rimane comunque il fatto che se il proprietario o committente non esegue questa attività può essere sanzionato, in base all'art.15 del D.M.37/08, con un'ammenda che varia da 1000 fino a 10000 euro. Il titolo dell'articolo è il rischio elettrico, le sanzioni, gli articoli che metterò in evidenza del d.lgs.81/08 son quelli che vanno dall'80 fino all'87. Vediamo articolo per articolo e la sanzione prevista.

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pubblicato 5 anni fa, 3.064 visualizzazioni

Nel settembre 2019 è stata pubblicata la nuova norma UNI per il controllo e la manutenzione degli impianti rivelazione incendi.Mi sarei aspettato che il normatore si esprimesse in merito alle linee, alle condutture esistenti in quanto parecchi impianti realizzati prima della UNI 9795 ed.2010 non sono stati eseguiti con cavi resistenti al fuoco, mi aspettavo una opinione in merito alla sostituzione o meno di queste linee. La revisione della UNI 11224 è stata impostata tenendo conto dell’aggiornamento tecnologico e del suo allineamento ai contenuti della nuova edizione 2013 della UNI 9795, in particolare: - sono state modificate e, soprattutto, implementate le prove e i controlli sulle apparecchiature di segnalazione acustica e ottica; - sono state modificate e, soprattutto, implementate le prove e i controlli sui sistemi ASD; - è stato rivisto il punto sulla “verifica generale del sistema”, modificandone la periodicità; - è stata modificata la percentuale del numero di punti da controllare in allarme nel corso dei dodici mesi in funzione dell’anzianità dell’impianto. Nelle definizioni compare una nuova figura definita, "tecnico manutentore" che sostituisce il "tecnico qualificato" (vecchia edizione della norma), in sostanza non cambia molto ma interessante è la nota che segue alla definizione;tecnico manutentore: Persona competente e qualificata che porta a termine i propri compiti in modo affidabile, si assume le responsabilità per la finalizzazione degli stessi e adatta i propri comportamenti alle circostanze nel risolvere i problemi. Nota:Le attestazioni di partecipazione a corsi, attività formative e/o esercitazioni effettuate continuativamente contribuiscono a qualificare il personale. Interessante il fatto che viene riconosciuta la formazione come caratteristica per considerare un tecnico qualificato.

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pubblicato 6 anni fa, 5.090 visualizzazioni

Con questo articolo desidero porre l’attenzione sugli effetti derivati dalla scarica elettrostatica e definire delle misure di protezione atte a garantire la sicurezza delle persone. Il fenomeno della generazione di cariche ed il conseguente effetto delle scariche elettrostatiche (ESD Electro Static Discharge)è conosciuto da sempre. Soprattutto nel settore industriale (chimica, alimentare, farmaceutica e tessile) generava (e può generare tuttora)degli effetti a volte devastanti: - innesco di un potenziale esplosivo, - scossa elettrica che provoca lesioni, - movimento involontario della persona con conseguente infortunio. Inoltre, l’elettricità statica introduce problemi operativi durante i processi di fabbricazione e trattamento,per es. provocando l’adesione di un oggetto all’altro o attirando la polvere.

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pubblicato 7 anni fa, 6.087 visualizzazioni

Fondamentale è realizzare un impianto a regola d'arte ma ancor più importante è mantenerlo sempre in efficienza e funzionante soprattutto quelle parti degli impianti destinati alla sicurezza delle persone e perchè no, anche dei beni come l'impianto di illuminazione di sicurezza e l'impianto di rivelazione incendi. Se la coscienza o l'ignoranza delle persone, dei datori di lavoro fa sì che ciò non avvenga ci aiutano le leggi, ed in tema di verifica e manutenzione la più importante è il d.lgs.81/08. Ci sono parecchi articoli che parlano del mantenimento in efficienza dell'impianto di rivelazione fumi;

1. La prevenzione incendi e' la funzione di preminente interesse pubblico, di esclusiva competenza statuale, diretta a conseguire, secondo criteri applicativi uniformi sul territorio nazionale, gli obiettivi di sicurezza della vita umana, di incolumità delle persone e di tutela dei beni e dell'ambiente.

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pubblicato 8 anni fa, 1.399 visualizzazioni

In assenza di accumuli energetici, la produzione di energia elettrica, istante per istante, deve essere pari alla quantità di energia prelevata dai consumatori. L’offerta e la domanda di energia devono sempre essere in equilibrio e la rete di trasmissione va gestita in modo da compensare la produzione con il consumo, garantendo così la continuità e la sicurezza della fornitura del servizio. La gestione di questi flussi di energia sulla rete si chiama dispacciamento ed è affidata alla società Terna.

La gestione in tempo reale del sistema elettrico italiano, interconnesso con quello europeo, viene svolta attraverso un sistema di controllo altamente tecnologico, che fa capo al Centro nazionale di controllo. Sulla base delle serie storiche e del contesto (giorno feriale o festivo, previsioni atmosferiche ecc.), Terna determina i piani di produzione delle centrali elettriche; governa la rete e predispone l'assetto della rete in funzione, oltre che del bilanciamento della produzione e dei carichi, anche dell'indisponibilità di elementi di rete (centrali di produzione, stazioni di trasformazione e smistamento, linee) per lavori o per guasto.

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pubblicato 8 anni fa, 6.470 visualizzazioni

Ho voluto scrivere questo articolo riportando un esempio di registro di verifica dell'illuminazione di sicurezza riferito al piano seminterrato di un edificio, impianto gestito da un soccorritore.

Dati: Il progetto propone la realizzazione dell’impianto di illuminazione di sicurezza di un edificio ad uso uffici e laboratori, con un gruppo soccorritore Lps ( Low Power Supply)unico ed autonomo, utilizzando degli apparecchi per l'illuminazione di sicurezza a LED da 300lm, 600lm e spot da incasso. Per la distribuzione dell’energia nell’impianto elettrico di cui in oggetto è previsto l’uso dei seguenti cavi: FTG10OM1, cavo flessibile per energia resistente al fuoco, isolato con gomma di qualità G10, sotto guaina termoplastica speciale di qualità M1, esente da alogeni, non propagante l’incendio e a basso sviluppo di fumo

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