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Premessa
La seconda tappa del nostro viaggio nella personale storia dell'elettrotecnica di admin ci porta in Francia, nella Francia di André-Marie Ampere, contemporaneo di Alessandro Volta.
ETERNITA'
"Noi non siamo nati per morire. Ma per vivere anche nell'umanità. Nessuno è eterno quaggiù, ma ognuno di noi concorre, sia pur in minima parte, al progresso del mondo"
Nino Salveschi, scrittore e giornalista italiano (1886 - 1968)
IMMORTALITA'
"Tutte le anime degli uomini sono immortali, ma le anime dei giusti sono immortali e divine"
film "Immortals", Socrate
Definizione di Ampere
Unità di misura SI dell'intensità della corrente elettrica, di simbolo A, definita come l'intensità di una corrente elettrica costante che, mantenuta in due conduttori paralleli, rettilinei, di lunghezza infinita, di sezione circolare trascurabile e situati a 1 m l'uno dall'altro nel vuoto, produce tra gli stessi conduttori una forza di
a metro di lunghezza.
L'esperimento di Oersted
Sino all'avvento di Hans Christian Oersted (1777-1851) fisico e chimico danese il mondo scientifico riteneva che l'elettricità ed il magnetismo fossero fenomeni del tutto indipendenti; sino al 1820 quando Oersted scoprì l'elettromagnetismo.
Durante un esperimento il fisico danese osservò che una bussola, posta vicino ad un cavo che conduce corrente, devia leggermente dalla sua posizione.
Dopo successivi esperimenti riassunse i risultati formulando una legge dell'elettromagnetismo che affermava come un cavo portatore di corrente producesse effetti magnetici, i quali agiscono in modo cilindrico..
Verificò che circuiti chiusi sospesi potevano essere ruotati da magneti; Oersted dimostrò contemporaneamente ad Ampere che l'effetto consisteva in un'azione reciproca tra filo e magnete.
André Marie Ampere
André-Marie Ampere nacque presso Lione il 22 gennaio del 1775 da Jean-Jacques.
Bambino dall'ingegno molto precoce soprattutto per la matematica si narra che prima di conoscere le cifre fosse solito fare complicati calcoli con l'ausilio di sassolini. Un giorno, essendo malato, la mamma Jeanne Antoinette Desarcey, perchè non si affaticasse, gli tolse i sassolini; al posto di questi André-Marie usò pezzetti di biscotto, anzichè cibarsene, dopo tre giorni di dieta.
A dodici anni aveva già imparato algebra e geometria; si presentò all'abate Daburon, bibliotecario del collegio di Lione, e gli chiese le opere di Eulero e Bernoulli.
Dal padre in poche settimane imparò il latino sufficiente per poterle leggere e dall'abate i rudimenti del calcolo infinitesimale per poterle comprendere.
I suoi studi autodidattici sulle più svariate materie lo portarono all'età di diciotto anni a studiare la Mécanique Analytique di Lagrange, rifacendone tutti i calcoli.
Tre cose furono fondamentali per la formazione della sua personalità:
la lettura dell'elogio di Cartesio, scritto da Thomas, che gli fornì l'entusiasmo per la scienza;
la prima comunione, che formò la sua coscienza religiosa cattolica;
la presa della Bastiglia, che gli impresse l'amore per la libertà.
Un fatto tragico interruppe i suoi studi e lo colpì per sempre nell'animo:
nel 1793 dopo l'assedio e la caduta di Lione il padre fu condannato alla ghigliottina.
La botanica e gli studi di letteratura classica e italiana lo aiutarono a rianimarsi.
Nel 1799 sposò Julie Carron; dalla loro unione nacque Jean-Jaques, che divenne un illustre letterato.
Nominato professore di fisica e chimica alla scuola centrale di Ain, dovette abbandonare la sposa già malata e trasferirsi a Bourg, desiderando invece la cattedra nel liceo di Lione.
In attesa dell'agognata cattedra a Bourg André-Marie dà alle stampe la sua prima memoria scientifica:
Essai sur la theorie Mathematique du feu
Questa gli fruttò l'ambita nomina alla cattedra di Lione nel 1803; potè così ricongiungersi alla moglie.
Purtroppo la felicità durò poco: nello stesso anno la moglie morì.
Nel 1805 si trasferisce a Parigi nell'ufficio di ripetitore di analisi matematica della Scuola politecnico.
Nel 1806 fu nominato segretario del Bureau Consultif des Arts et Metiers; nel 1808 ispettore generale delle università; nel 1809 professore di analisi matematica e meccanica all'Ecole Politechnique.
In seguito Ampere pubblicò opere di matematica, meccanica, fisica matematica, chimica generale.
Nel 1814 fu eletto membro dell'Istituto di Francia.
Nel 1819 fu nominato professore di filosofia nella facoltà di lettere di Parigi.
Nel 1824 fu eletto professore di fisica sperimentale e generale al College de France.
Ampere morì il 10 giugno 1836 a Marsiglia, dopo essersi ammalato durante un viaggio intrapreso come ispettore generale delle università.
E' sepolto nel cimitero di Montmartre a Parigi, nello stesso monumento dove è sepolto l'amato figlio Jean-Jacques Antoine.
Ampere fece parte delle più importanti società scientifiche d'Europa, oltre all'Accademia delle scienze di Parigi.
Le sue opere trattarono i più svariati argomenti: matematica, meccanica, fisica matematica e sperimentale, chimica, scienze naturali, filosofia.
Egli concepiva la matematica più come strumento che come fine a se stessa. Ciò nonostante contribuì allo sviluppo delle integrazioni delle equazioni differenziali e dei rapporti incrementali delle funzioni.
I suoi maggiori lavori sono legati all'esperimento del fisico danese Hans Christian Oersted, il quale scoprì l'azione della corrente elettrica sull'ago magnetico.
Dopo che tale esperimento fu riprodotto dall'Accademia della Scienza nel 1820, Ampere ne precisò meglio il valore e il significato.
Biot e Savart, Laplace determinarono le leggi esatte delle azioni elettromagnetiche, ma lui scoprì le azioni mutue tra i conduttori percorsi dalla corrente elettrica, giungendo anche alla conclusione che il magnete deve le sue caratteristiche proprietà a correnti elettriche concordemente circolari nel suo interno.
Bibliografia
Storia della scienza, Treccani vol. Ottocento
Enciclopedia delle Scienze Fisiche, Treccani vol. I
Il ritratto di André-Marie Ampere è una gentile concessione di Admin.
Breve storia illustrata dell'elettrotecnica-1